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SHAME

La curiosità e il gossip che circolavano da mesi sul web riguardo le numerose scene di sesso e di nudo integrale, che tanto avevano destato scalpore all’ultima Mostra del cinema di Venezia, hanno  contribuito alla promozione di “Shame” di Steve McQueen, film che fotografa esplicitamente la routine quotidiana del sex-addicted Brandon e come essa venga interrotta e perturbata dall’arrivo dell’altrettanto disturbata sorella.
Il protagonista è interpretato magistralmente dall’algido Michael Fassbender, il cui sguardo glaciale   facilita il regista nell’esprimere la freddezza del mondo interiore di Brandon. La dipendenza dal sesso è il problema che evidentemente ingabbia la vita dell’uomo in un’ininterrotta serie di coiti reali e virtuali, che non lasciano spazio vitale ad affetti e relazioni significative. Il vuoto devitalizzato sembra proprio essere lo stato mentale in cui Brandon si trova  nella maggior parte del tempo e la fotografia e i tempi del film lo comunicano in modo molto efficace, tanto da far sentire  “controtransferalmente” allo spettatore un senso di gelido distacco. Quest’ultimo viene interrotto solo dalle scene in cui Brandon oscilla verso stati transitori di rabbia, che lo portano ad agire una sessualità compulsiva auto ed etero-diretta.
Il sesso è la sua cura. L’eccitazione diventa l’unica possibilità per uscire dal vuoto o per modulare emozioni disturbanti. Non a caso la “vergogna” del titolo non si riferisce solo ai comportamenti moralmente discutibili del protagonista, ma ad un’occhio clinico, rimanda ad una delle emozioni più difficili da regolare per le personalità narcisiste. Il film non racconta infatti solo una delle nuove dipendenze, che nel caso di Brandon, a mio  avviso, risulta essere il sintomo principale di un disturbo narcisistico di personalità, disturbo che rischiava tempo fa di essere estromesso dalla quinta edizione del DSM “per eccessiva diffusione” e che invece, presentandosi spesso in comorbilità,    è  una chiave di lettura molto utile nella comprensione e nel trattamento di alcuni disturbi di asse I  (es: depressione, dipendenze, ansia sociale).
Il narcisismo viene frequentemente rappresentato nel senso comune e da alcuni esperti solo attraverso il senso di grandiosità esibito da chi ne soffre e che invece è solo una delle sue facce. Il narcisista in realtà dietro l’apparente altezzosità, cela sentimenti di forte inadeguatezza e bassa autostima, che tenta di colmare attraverso la ricerca di ammirazione da parte degli altri, il cui giudizio, potenzialmente minaccioso, diventa la misura del proprio valore. Nelle relazioni, le persone narcisiste tendono a proteggersi, mostrandosi emotivamente fredde, distaccate, eccessivamente autosufficienti ed isolandosi; il distacco si accentua inoltre quando sentono gli altri bisognosi di aiuto (ciò è evidente nelle interazioni di Brandon con la sorella).
Le emozioni legate al sistema dell’attaccamento, che è alla base delle relazioni affettive significative, non vengono riconosciute, e se affiorano tendono ad essere negate o producono altre emozioni negative (es: ansia, rabbia) difficili da regolare.
Brandon, nel corso del film, sembra a tratti prendere consapevolezza del suo problema, che la presenza invasiva della sorella contribuisce ad evidenziare. I pochi cenni alla loro storia di vita precedente (emozionante è la scena in cui lei cantando, esprime la loro sofferenza di emigrati e di provinciali e i loro desideri di rivalsa nella “Città che non dorme mai”) ci aiutano a produrre delle fantasie sulle probabili cause ambientali delle loro vite disturbate. Le difficoltà relazionali dei due fratelli non consentono loro di garantirsi un valido supporto reciproco e ciò è reso più evidente nella parte finale del film, quando entrambi, dopo una discussione violenta centrata più o meno esplicitamente sul reciproco bisogno di aiuto, si avviano al momento di scompenso maggiore.
Si parla ormai molto delle nuove dipendenze, a volte come se fossero delle novità nel panorama psicopatologico, mentre si tratta spesso di “nuovi” sintomi, che possono essere compresi in maniera più approfondita e trattati, alla luce di conoscenze cliniche ben note nella letteratura scientifica..

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